TORX Trail Running Races 6-15 Settembre 2024

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Laura Corti

“Come mi alleno durante la settimana? Inseguendo i miei clienti per tutto il giorno”. E giù una sonora risata. 
Nei fine settimana però Laura Corti, consulente finanziario, milanese delle terre piatte dei Navigli, fa sul serio. Molto sul serio. Per esempio, questa nostra chiacchierata si è svolta mentre lei era in auto sulla tangenziale di Torino ma con la testa già avanti, alle Les Deux Alpes, nel dipartimento francese dell’Isère, per una due giorni di intenso allenamento in quota. E ovviamente con tutti i fine settimana successivi, fino a settembre, già riservati alle esplorazioni dei sentieri del Tor. “Specie quelli che penso di dover poi attraversare di notte. Almeno vedo il paesaggio intorno e, soprattutto, dove poi dovrò mettere i piedi, nei passaggi più tecnici e specialmente in discesa. Le discese, a dir la verità, un po’ mi preoccupano, è lì che si incontrano i maggiori rischi”.
Idee chiare, grande convinzione ed energia, quella della signora del Navigli. Apprezzata non solo da chi le sta intorno, nella vita privata e nello sport, ma anche di chi era in caccia di personaggi positivi per lanciare messaggi altrettanto positivi. 
Così dal 2014 Laura è anche una delle illustri ambasciatrici della grande esposizione di Milano del 2015, con il progetto We-Women for Expo, in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e la Fondazione Mondadori. 
“Il nutrimento è il tema generale di Expo”, ricorda Laura. “Noi vorremmo lanciare un messaggio alle donne di ogni Paese. Il nutrimento non è solo quello del corpo ma anche dell’intelletto e dell’anima che vanno appunto alimentate tramite la cultura, la giustizia, la vita sociale e, vedi un po’, anche con lo sport. Specie se fatto con fatica e con coscienza”. 
 
Curioso il modo con cui Laura è arrivata alla corsa. ”Anno 2000, in Giappone con amici. Si brindava a bollicine e si ascoltavano le previsioni catastrofiche sul nuovo millennio, fine del mondo compresa. Così ognuno, tra l’euforia del momento e i timori per il futuro, cercava di spararle più grosse degli altri. Io annunciai, di punto in bianco, senza pensarci: “Festeggerò il nuovo millennio facendo a ottobre, mese del mio compleanno, una maratona. Lo dissi, ovviamente, perché ero certa che il mondo sarebbe finito prima…”
 
La fece davvero, la maratona, senza aver mai corso prima neanche due giri di pista; perché quando Laura dà la sua parola…. Qualche mese dopo eccola “in vacanza” nel deserto tunisino. In tenda sì, ma quelle riservate al ricovero notturno dei runner impegnati in una 100 chilometri. Da lì alla successiva Marathon des Sables, che di chilometri ne vanta 250, che volete che sia stato…. Il suo primo endurance trail tutto di fila, l’Utmb, eccolo nel 2006. Proprio l’anno che vinse Marco Olmo. Doppia soddisfazione.
Da lì, poi, tutto un correre in crescendo, e tante salite in montagna, fin sul Kilimangiaro e fin sotto l’Everest. Del resto se poi una si fa casa a la Thuile non è certo per stare a prendere il sole sui prati ma per scalare, sciare, scarpinare sulle creste, attraversare le vallate, correre.
A Milano la professione a inseguimento le lascia veramente poco tempo per allenarsi; qualche aiuto, più psicologico che pratico, lo dà il tapis roulant che tiene in casa. Ma Laura, facile immaginare, ha bisogno d’aria, di spazi aperti, di orizzonti vasti, di incontrare gente con cui condividere la sua passione. Cosa, appunto, meglio del Tor des Gèants del prossimo settembre?.
“Dal giorno in cui mi hanno confermato la partecipazione il Tor me lo sogno anche di notte. Mi vedo lì, immagino luoghi, movimenti, fatiche e - perché no? - felicità. Il mio obiettivo primario? Arrivare. Ma ce n’è uno secondario che in realtà è più importante del primo: arrivare con il sorriso. Tagliare il traguardo sarà una grande emozione per un viaggio d’avventura portato a termine, per una corsa solitaria e al tempo stesso condivisa con tutti quelli che saranno lungo il percorso e per chi starà a casa a fare il tifo. Il tempo finale non m’interessa, non mi è mai interessato. Io il cronometro l’ho sempre usato solo per tener sotto controllo la stanchezza. Col Tor vorrei, insomma, andarci a braccetto. Io non posso certo dominare lui, ma non vorrei nemmeno che lui dominasse me. Miro perciò ad andarci d’accordo”.
 
Franco Faggiani
 

Aggiornato: Lun, 25/08/2014 - 10:21