TORX Trail Running Races 6-15 Settembre 2024

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Evviva i Giganti che fecero l'impresa!

Da quando ho iniziato a correre ho sentito parlare e letto del Tor des Geants come di una gara eroica che vede l’uomo e la montagna uno di fronte all’altro, anzi uno dentro l’altro. Questa non è una sfida contro qualcosa o qualcuno, è una sfida con qualcosa o qualcuno. Per vincere la montagna bisogna diventare parte di essa, non pensare di soggiogarla o combatterla. Per superare gli avversari bisogna avere spirito di gruppo, perché fra quei sentieri non si è nemici anche se lo scopo è arrivare prima degli altri.

C’è qualcosa di epico in questa competizione e anche qualcosa di assolutamente folle. Perché un essere umano sceglie di percorrere 330km in montagna? Che senso hanno tutti quei giorni passati a correre fra sentieri sterrati e una natura, sì spettacolare, ma pur sempre pericolosa? Freddo, caldo, fame, dolore, sonno, stanchezza vanno messi in conto. E’ come se fossero inclusi nel camel bag che ognuno di questi atleti si carica in spalla alla partenza.

Non ho risposte e forse anche se lo chiedessi a qualcuno di loro non sono certa di essere in grado di capire perfettamente la risposta.

C’è qualcosa di eroico in questa gara, ma se qualcuno pensasse che c’è anche qualcosa di stupido nel scegliere di affrontare situazioni così estreme non gli si potrebbe dare torto.

Un po’ per ammirazione, un po’ per curiosità mi sono accreditata come giornalista nella press area dell’evento e ho seguito l’evolversi della gara attraverso il web e tutte le informazioni che riuscivo a trovare online pur non avendo alcuna esperienza di endurance trail.

Oggi conosco nomi di atleti di cui ignoravo l’esistenza fino a pochi giorni fa: Francesca Canepa, Emilie Lecomte, Franco Collè, Nickademus Hollon, Christophe Le Saux, Antoine Guillon, Lionel Trivell, Lisa Borzani, Denise Zimmermann, Bruno Brunod… e li considero dei veri giganti perché anche solo pensare di correre una gara del genere richiede una dose di coraggio ben superiore alla media.

Per puro caso mi sono connessa alla web tv del TOR poco dopo le h.10 e mi sono trovata a guardare con gli occhi che mi si sono inumiditi l’arrivo del vincitore, il valdostano Franco Collè. Un ragazzo semplice, si vede che è cresciuto in montagna. Il corpo snello e tonico. I muscoli sono quelli che si formano sottoponendosi a ore e ore di corsa o arrampicate, non certo dalle macchine di qualche palestra. Ben lontano dall’idea contemporanea del colosso muscoloso. Ad attenderlo all’arrivo non c’erano avvenenti ragazze da copertina in abiti succinti con champagne e coppa d’oro gigantesca. E’ stato “incoronato” da due organizzatori in abbigliamento sportivo. L’abbraccio invece che di una sgambata fanciulla in minigonna è stato quello di sua figlia. In sottofondo nessuna marcia trionfale ma i suoni dei campanacci. D’altronde questa è una gara che si fa non certo per la fama, ma per quell’adrenalina che ti scorre dentro mentre combatti caldo, freddo, sonno, fame, dolore e stanchezza per riuscire a fare un chilometro in più. Ed è così un chilometro dopo l’altro, un metro dopo l’altro. Una competizione per veri campioni. Giganti umili che appena vengono decretati vincitori assoluti dicono con un’onestà disarmante: “E’ stato un Tor durissimo, il più duro dei miei tre. Sono stato molto male. Quando ti prepari un anno intero per un avvenimento così, perchè il Tor ce l’abbiamo tutti dentro in Valle d’Aosta, e poi ti ritrovi alla vigilia con la febbre…beh, è brutto. Devo ringraziare tutti i valdostani e i tifosi che mi hanno sostenuto sul percorso: quando stavo male mi dicevano di non mollare, di farlo per loro”. Alla faccia dello stereotipo dello sportivo super fisicato, pluri premiato, stra pagato, iper sponsorizzato, con un carnet di showgirl fra le conquiste. 

Evviva i partecipanti del TOR. Evviva i giganti che fecero l’impresa. Tutti e tutte, indipendentemente dalla classifica.

Dal blog di Debora Bionda: http://vadodicorsa.wordpress.com/2014/09/10/tor-des-geants-evviva-i-giga...

Aggiornato: Gio, 11/09/2014 - 10:09