La playlist di oggi è folle e varia.
Il genere di playlist che non ti aspetti.
Nemmeno la selezione random degli ipod degli albori potrebbe tirar fuori niente del genere, fidatevi.
Perché quella che risuona oggi a tutto volume è la playlist della gente del TOR.
La prima track la suona Federica. Col suo flauto traverso, ça va sans dire...
La incontro in base vita a Donnas: le gocce di sudore sulla sua fronte brillano come diamanti grezzi.
La fatica è un diadema da sfoggiare al Gran Ballo dei Colli. Si danza sulle note vellutate che miss Boifava regala a un auditorio sempre più emozionato a ogni ristoro.
Sulle prime, non ci credevano.
Ora l'aspettano, e l'ascoltano incantati. Si fan le foto con lei e lo strumento.
Si emozionano.
Ci emozionano.
Il secondo pezzo esce dal cellulare di Mien. È un tormentone; ce lo cantiamo e ricantiamo ridendo ogni volta mentre guardiamo il video all'infinito: "Ding Dong Song" di Gunther. Provare per credere.
L'altra sera, a Cogne, abbiam preso l'aperitivo in un bar dove è apparso un tipo che era tale e quale a Gunther.
Eravamo una banda speciale: Giulia è un'artista ed è tornata a vivere in valle dopo aver studiato e viaggiato e sognato lontano dalle sue montagne. Valeria, invece, di professione regista, è nata distante, ma ha fatto carte false per venire a vivere qui, perché la montagna è nel suo cuore. Ecco perchè ha indosso la maglia da Volontor. Simona, invece, è un'attrice. E accompagna la mia amica Benny che fa il TOR per la prima volta.
Ceniamo da Betta, che stanotte non dorme perché prepara il caffé per i concorrenti del TOR che arrivano a Cogne con le dita gelate.
La nostra canzone è la terza traccia della playlist: un rock'n'roll d'annata, per sempre giovane, proprio come noi. "Like a rolling stone" di Bob Dylan. Ma nella versione di Mick e soci.
"How does it feel
To be on your own
With no direction home
A complete unknown
Just like a rolling stone"
Fino a ieri molti di noi non si conoscevano. E oggi siamo qui, a rotolare insieme di base vita in base vita.
Fino alla fine del viaggio.
L'ultimo pezzo è un regalo: inatteso, graditissimo e meraviglioso come solo le sorprese sanno essere.
Quando stasera arriviamo al Barma, dove passiamo la notte, tra le maglie arancio e i sorrisi dei Volontor ce n'è uno speciale che mi attende.
E non me l'aspettavo.
È Silvana Favre, la "mia" Silvana.
L'anno scorso la conobbi per caso e decisi di seguirla mentre correva il suo secondo TOR. Silvana non solo arrivò a Courma entro le 150 ore. Ma divenne la più giovane finisher di sempre.
Quest'anno è qui, a dare una mano, proprio come aveva promesso.
E l'anno prossimo ci riprova.
Perché il TOR è una splendida malattia da cui (per fortuna) non si guarisce.
Mentre io e Silvana tiriamo tardi a chiacchierare e bere birra (lei) e tonica (io) un altro illustre, eroico "malato" si affaccia, e lo applaudiamo con tutto il cuore.
È Giorgio Macchiavello. Giornalista, ultratrailer, cinque volte finisher del TOR.
In pratica, una leggenda.
Ci sorride, e la canzone che risuona alta nelle nostre orecchie è per lui e per tutti gli eroi di questo viaggio da sogno.
Scontata finché vuoi, ma giusta da morire: "We are the champions" dei Queen.
Un classico.
Perfetto per tutti voi, là fuori.
No time for losers.
Cause you are the champions.
Of the world.