Dopo le prime quattro ore di gara, trascorse tra freddo e neve, trovata ai 2571 metri del Col Arp, un gruppo di sette persone si è già staccato dal “peloton” ed è arrivato, prima delle 16, al Rifugio Deffeyes, secondo punto di rilevamento cronometrico dopo 27 km. A guidare sono l’altoatesino Peter Kienzl – determinatissimo a lottare fino alla fine – ed il valdostano Franco Collé, rispettivamente terzo e primo l’anno scorso, che viaggiano praticamente appaiati: al Deffeyes sono passati alle 15.43:28 ed alle 15.43:46. Meno di un minuto dopo Collé è arrivato Oliviero Bosatelli, vincitore nel 2016.
Sembra, al momento, un po’ più definita la classifica femminile, con la francese Sonia Furtado partita fortissima, quindicesima assoluta, al comando in 4h04’08”; a quasi nove minuti da lei la vincitrice del 2018, Silvia Ainhoa Trigueros Garrote e, terza, Jocelyne Pauly. E' fuori dai giochi Lisa Borzani, la vincitrice del 2016 e del 2017, costretta al ritiro per un dolore al ginocchio dopo una ventina di chilometri.
Il Tor des Glaciers è quasi a metà gara
Dopo 180 chilometri, data del rilevamento delle 16,15, la testa della corsa vedeva i concorrenti nello stesso ordine del mattino: il varesino (di nascita) e francese (di bandiera) Luca Papi davanti a tutti, seguito a distanza relativamente breve dallo spagnolo Javier Puit e dal piccolo giapponese Masahiro Ono, che macina chilometri e quote con un ritmo assolutamente regolare, senza scatti o colpi di testa.
Tra le quattro superdonne al via continua a condurre l’Italiana Marina Plavan, seguita dalla costaricana Licia Madrigal e dalla sudafricana Anouk Baars. Quarta l’altra italiana al via, Ita Marzotto, che ha già dimostrato in gare su lunghissime distanze di essere capace di grandi recuperi. Anche per lei, come per Masahiro Ono, la regolarità è la grande risorsa.